Beata Emilia Fernández Rodríguez
la gitana martire
Emilia Fernández Rodríguez nasce a Tíjola (Spagna), il 13 aprile 1914 in una famiglia di gitani. Da piccola impara a fabbricare cesti di vimini. Nell’estate del 1936 in Spagna scoppia la terribile Guerra civile: il conflitto, che durerà fino al 1939, si rivelerà ben presto come una persecuzione feroce contro la Chiesa. Tra febbraio e marzo del 1938, Emilia sposa Juan Cortés Cortés. Per evitare la chiamata alle armi del marito, Emilia, incinta, prova con uno stratagemma a raggirare i reclutatori, ma alla fine l’inganno viene scoperto e i due coniugi sono arrestati. Il 21 giugno 1938 Emilia è condotta nel carcere di Almería; l’8 luglio è processata sommariamente e condannata a 6 anni di prigione. Le già durissime condizioni di quell’ambiente disumano e ingiusto sono ancor più penose e umilianti per la povera donna incinta da alcuni mesi. In prigione Emilia – che pur essendo cristiana non ha mai fatto il catechismo – impara a pregare il Rosario e comincia a crescere nella fede. Per non tradire la compagna che le aveva insegnato le preghiere, resiste a lusinghe e minacce dei carcerieri e alla fine è rinchiusa in isolamento. Denutrita, maltrattata, ammalata, Emilia, il 13 gennaio 1939 partorisce in cella una bambina, ma le sue condizioni di salute si aggravano: il 25 gennaio Emilia muore. Nel 1965 ad Almeria viene avviato il processo per la Beatificazione e Canonizzazione di 115 martiri, tra sacerdoti e laici, vittime dell’odio contro la fede, durante la Guerra civile spagnola, tra i quali vi è anche Emilia la “cestinaia”. Il 25 marzo 2017 Emilia Fernández Rodríguez è proclamata beata.
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