di Davide Filié
Panacea, giovanissima martire valsesiana vissuta nel XIV secolo è ancora oggi un esempio di bontà, mitezza e nobiltà d’animo. Panacea nacque a Quarona, località situata tra Borgosesia e Varallo, nel 1368. La madre morì prematuramente ed il padre si risposò. Nella nuova famiglia iniziarono però una serie di divergenze tra la matrigna, la sorellastra e Panacea che portarono le prime due a manifestare aperta ostilità nei riguardi della fanciulla, fatta oggetto di continue angherie.
Questa situazione degenerò, in una sera di primavera del 1383, quando la matrigna, non vedendo rincasare la ragazza andò a cercarla. Si recò sul monte Tucri e trovò Panacea in preghiera. In uno scatto d’ira, la uccise; resasi conto dell’accaduto la donna si gettò da un burrone in preda alla disperazione. La notizia si sparse subito nel paese e nel contado circostante e richiamò molta gente presso il corpo di Panacea che fu trasportato a Ghemme, per essere sepolto accanto a quello della madre. Nello chiesa di Ghemme sono conservate le reliquie della patrona della Valsesia, meta ogni anno, di numerosi fedeli provenienti da diversi paesi. Il culto per la pastorella valsesiana, ricevette conferma papale nel 1867.
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