Ha servito la Chiesa. Madre Julia Verhaeghe
e lo sviluppo della Famiglia spirituale “L’Opera”
Julia Verhaeghe (1910-1997) è la fondatrice della Famiglia spirituale “L’Opera”. Per tutta la sua vita madre Julia volle stare dietro le quinte. Sentì la chiamata a vivere una vita nascosta con Gesù, suo Signore e suo Sposo, donandosi nell’amore, nella preghiera e nel sacrificio per le sue figlie e i suoi figli spirituali, per il rinnovamento interiore della Chiesa e per la salvezza del mondo. Questo volume completa un primo scritto biografico del 2007 dove si presentava la prima parte della sua vita, fino al 1950; questa seconda parte offre la visione della vita di madre Julia dal 1950 fino alla sua morte e, nel contempo, dello sviluppo della Comunità da lei fondata. Le pagine raccontano di una donna che non possedeva né una cultura particolare, né una buona salute, né alcun mezzo economico. Eppure un fuoco bruciava nel suo cuore. Seguiva Gesù con fede incrollabile e invitava le persone a confidare fermamente nella provvidenza di Dio.
“Avevo il timore che la sua vita potesse risultare poco interessante nell’insieme poiché priva di qualsiasi drammaticità esteriore”, ma, “ha reso visibile il dramma interiore dell’essere cristiano, stilando una biografia davvero appassionante”. Con queste parole Benedetto XVI ringrazia padre Hermann Geissler per il volume dedicato alla vita di madre Julia Verhaeghe e alla Famiglia spirituale “L’Opera”. É un racconto senza intento agiografico e per questo “drammatico”, perché la vita di un cristiano è costellata di sofferenze e la vita di una comunità che cresce è fatta di bene e male.
“Ha servito la Chiesa. Madre Julia Verhaeghe e lo sviluppo della Famiglia spirituale “L’Opera“, edito da Velar, mette in luce il carisma specialissimo di madre Julia. Una donna la cui vocazione nasce durante la prima guerra mondiale e si sviluppa nella seconda. Un carisma paolino adatto ai dotti e ai semplici, ai sacerdoti e ai laici, alle donne e agli uomini, e in questo anticipatore del concilio Vaticano II.
Si, perché la storia di madre Julia inizia dall’apostolato nelle famiglie attraverso le giovani che negli anni 30 e 40 dalla campagna arrivavano in città per lavorare nelle grandi case borghesi: “Era convinta che i servizi domestici contribuissero significativamente all’atmosfera e alla soddisfazione di una comunità”, si legge nel libro. Un periodo apparentemente molto diverso da oggi dal punto di vista sociale, ma con molti punti in comune a bene vedere. La necessità dell’accoglienza e della cura domestica, la attenzione agli anziani e ai piccoli non è una delle grandi questioni sociali oggi?
Altro tema che Madre Giulia porta alla attenzione dei cristiani di oggi è quello della persecuzione. Nata in Belgio, Julia volle aprire la comunità al mondo e – scrive Geissler – “Seppure inizialmente madre Julia non avesse alcuna intenzione di recarsi personalmente in Ungheria, visse intimamente con la Chiesa oppressa in questo Paese.” Decise di andare nell’autunno 1969, e attraversò la cortina di ferro il 29 ottobre 1969. Il racconto dell’attività pionieristica de “L’Opera” in Ungheria è commovente oltre che storicamente dettagliato. Il carisma paolino diventa poi spinta missionaria con le comunità in Congo e poi servizio alla società nello stile della nuova evangelizzazione.
E c’è poi la questione dell’unità dei cristiani, ma anche – all’interno della Comunità – tra sacerdoti e persone consacrate, tra consacrati e laici, tra questi e le famiglie, le “chiese domestiche”, una realtà che si arricchisce alla fonte della vita dei primi cristiani, chiamati tutti a vivere la propria vocazione battesimale ed ecclesiale per sostenersi a vicenda ed essere sale nelle società secolarizzate.
Un capitolo a parte è il legame intellettuale di Julia Verhaeghe con John Henry Newman, legame che porta oggi “L’Opera” a custodire e diffondere l’opera del santo inglese.
La storia si chiude non con la morte, ma con il riconoscimento pontificio de “L’Opera”. Un momento per un nuovo inizio nel 2001.
Come scrive Benedetto XVI nella lettera di ringraziamento all’autore, membro de “L’Opera”: “Il percorso esteriore di questa vita, che porta dal Belgio attraverso l’Austria e l’Ungheria fino a Roma, con un punto focale proprio in Austria, diventa riflesso del percorso interiore per mezzo del quale è stata condotta questa donna.
In tal modo diventa visibile il vero dramma di una vita che si ritrova soprattutto nell’incontro con Paolo e, attraverso lui, con Cristo stesso, permettendo ad altri di ripercorrerla. Nella sua vita è presente tutto il dramma esteriore e interiore della fede. La tensione qui descritta è accattivante particolarmente per me, perché simile a quanto ho vissuto anch‘io dagli anni quaranta in poi.
La ringrazio davvero! Spero che molte persone leggano questo libro e, trovando un aiuto per incontrare nuovamente Cristo, scoprano in lui la vera risposta alle domande su come vivere da essere umani”.
Il prossimo 6 novembre 2022 la Famiglia spirituale “L’Opera” come ogni anno si riunisce per celebrare il compleanno di madre Julia nata l’11 novembre del 1910. Una occasione per conoscere una donna speciale e il frutto della sua donazione a Dio.
Padre Hermann Geissler, FSO, nato il 12 giugno 1965 a Hall in Tirolo (Austria), ha studiato presso l’Altascuola filosofico-teologica di Heiligenkreuz/Vienna e ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia università Lateranense di Roma con una tesi sul tema “Coscienza e verità negli scritti del cardinale John Henry Newman”. Membro della Famiglia spirituale “L’Opera” dal 1988, è stato ordinato presbitero nel 1991. Dal 1993 al 2019 ha lavorato presso la Congregazione per la dottrina della fede; nel 2009 Benedetto XVI lo ha nominato capo ufficio della sezione dottrinale. All’interno della Famiglia spirituale “L’Opera”, padre Geissler ha svolto vari compiti nella direzione e nella formazione. È direttore del Centro internazionale degli amici di Newman a Roma e insegna teologia presso vari istituti universitari in Italia e in Austria.
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