La Divina Commedia
La Divina Commedia è composta da tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) composte ciascuna da 33 canti (solamente l’Inferno, invece, è composto da 34 canti); scritti in italiano volgare, i versi poetici sono scritti in terzine di endecasillabi (tre versi ciascuno di undici sillabe). L’edizione che l’Editrice VELAR si accinge a pubblicare è la fedele riproduzione – anche se leggermente ridotta nelle dimensioni rispetto all’originale in quanto sono stati leggermente ridotti i margini bianchi delle singole pagine – dell’edizione pubblicata dalla Libreria L. Hachette e C. nel 1861 e, in seguito, nel 1868. Il testo presenta un’introduzione all’opera e un commento iniziale a ciascun canto. L’impaginazione originale del volume è pregevole e molto calibrata: ogni pagina è composta da un massimo di 33 versi; le terzine sono impaginate al centro della pagina lasciando ampi margini bianchi ai lati; sulla destra delle terzine, inoltre, è stata apposta la numerazione dei versi. Ciò che caratterizza l’edizione riprodotta e che ne rende eccezionale il valore storico consiste nella serie di tavole incise da Gustave Doré (1832-1883) che impreziosiscono il testo di Dante: nell’Inferno, 75 tavole; nel Purgatorio, 42 tavole; nel Paradiso, 18 tavole. Ogni tavola occupa un’intera pagina del volume ed è circondata da una doppia cornice composta da una sottile linea nera continua; nella pagina opposta sono riproposti i versi che hanno ispirato l’artista nell’esecuzione dell’incisione, firmata nell’angolo inferiore sinistro. Accanto alle splendide descrizioni in volgare di Dante, ecco che nel libro assumono consistenza l’atmosfera, i luoghi, i volti, i sentimenti e i drammi che l’esperta mano del grande artista sanno rappresentare magnificamente. I passi scelti per essere raffigurati corrispondono ai passi più famosi del poema dantesco e illustrano maggiormente l’Inferno. I toni cupi delle prime incisioni cedono il passo, a mano a mano che il viaggio di Dante prosegue, alla luminosità, alla luce, come nelle ultime due tavole, quando Dante contempla il Paradiso: le immagini di Gustave Doré esemplificano magnificamente il percorso dantesco verso la conoscenza della sfera divina attraverso la contemplazione della luce.
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