STORIA DI UN INCONTRO
Recuperando memorie
Il “Terzo Mondo” e i “Paesi in via di sviluppo”, (vocabolario inventato dai potenti per mascherare la realtà e l’ingiustizia planetaria) per me erano diventati persone in carne ed ossa, con nomi e volti ben noti; non erano soltanto categorie astratte per dilungarmi a parlare di massimi sistemi. Per me la disuguaglianza Nord-Sud non si riduceva a un enunciato generale ma era qualcosa che si era concretizzato per vari mesi in rapporti affettivi e in impegno quotidiano con alcune vittime di questa disuguaglianza. Per me il Sud erano volti di amici e di amiche, di famiglie che mi avevano offerto lavoro, tetto, da mangiare, da dormire, affetto, allegria e fiducia. Sentivo che la solidarietà con queste persone, conosciute ed entrate un giorno nella mia vita, esigeva una specie di rottura con la mia società di origine e con i suoi modelli, una rottura con i suoi progetti e con le sue mete, con le sue carriere e con le sue sicurezze e avevo capito che la solidarietà con i poveri doveva cominciare dal condividere la loro situazione di povertà, prima ancora di condividere il mio superfluo.
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